Fin dall’antichità l’uomo ha sempre cercato di esprimere il proprio pensiero o
le proprie emozioni con disegni o segni, prima sulle pareti rocciose, in
seguito su argilla, papiro e la carta. Nasce così il libro, un bisogno
ancestrale di dire ed esporre le proprie espressioni, emozioni, idee e per
rifuggire dalla realtà. Negli ultimi anni si è cercato di far sparire il
libro inteso come “oggetto di carta” per trasferirlo nel digitale. Idea
buona
più per altro per il maggior immagazzinamento di testi e per una maggiore
ricerca di dati. Come lettura però ha fallito. Troppo piccoli gli schermi,
luce troppa abbagliante, l’occhio non segue le righe o forse altro, fatto sta
che chi legge ritorna sempre al cartaceo. Lo so che dispiace per gli alberi,
ma però il moralismo sulla carta come mai non viene fatto sulla plastica?
Sulla benzina? Come diceva una canzone « il libro è morto, viva il libro, il
libro è vivo». In questi giorni ho sentito delle proposte buone per
avvicinare nuovi lettori e mi auguro che non siano solo delle “boutade”. Sinceramente non so proprio dove sia quel
confine tra lettori e non lettori. Dalle famiglie? Eppure molte famiglie di
lettori accaniti non avevano neanche un libro in casa. Il costo, un po’ sopra
le righe secondo me è leggermente eccessivo tenuto conto che con le nuove
tecnologie molti lavori sono sostituiti brillantemente. Forse una causa è
l’eccessivo imposizione di certi titoli e di certi autori non lasciando una
scelta libera a chi legge. Un po’ come andare al supermercato, si dice che
c’è tutto e poi ti accorgi che ci sono sempre le stesse cose per tutto
l’anno. Per finire voglio solo dire chi legge continui a farlo, chi vuole
iniziare vada nelle librerie piccole e avranno un aiuto. Chi invece non gli
frega niente bè… bontà loro. Come si dice in un film «continuate a farvi male».
Meditate. M.
Nove
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