Negli
ultimi tempi si sta verificando una serie di inquietanti accadimenti che
coinvolge la scuola: atti di bullismo contro insegnanti. Da parte degli
alunni e dei loro genitori. Già il fenomeno del bullismo tra ragazzi è
indegno, amorale e catastrofico per le “vittime” ma il spostarlo, l’azione
materiale, verso gli insegnanti è sintomo di qualcosa di marcio che avanza
nella società. Non è che picchiare gli stessi compagni sia meno grave che
farlo verso gli adulti ma ritengo che sia la stessa molla a scatenare la
violenza. Quasi una moda da postare sul web e se quelle sui compagni è ormai
datata si passa al livello superiore come un gioco. Forse sta in questa
parola: gioco, la chiave di tutto. Non lo so. Anche se spiegherebbe l’atto
fatto da adolescenti alla ricerca di se stessi nella sopraffazione di un proprio
coetaneo ma in tutto questo che cazzo c’entra l’emulazione da parte dei
genitori? Una rivalsa per l’asineria, passata ma mai scordata, del loro percorso scolastico? La perdita
del lavoro e il tiramento della cinghia? Lo stress di ingiustizie patite? O
l’invidia verso quelle persone che in un mondo bislacco cercano di insegnare
e far capire cosa vuol dire civiltà e umanità? In tutto questo però cosa fa o
può fare la scuola? Stando alle notizie la prima impressione è che si cerchi
di minimizzare, di nascondere, di punire blandamente e di far passare il
tempo e arrivare alle vacanze con tutti “liberi” e a casa. E il prossimo
anno? E quelli dopo? Vogliamo arrivare alle strage dei college americani? Si
invocano norme e leggi ad hoc, ci fosse almeno un governo per farle ste cazzo
di leggi ( questa è un’altra storia).
Eppure le leggi ci sono, aggressione,
violenza, tentato omicidio, ferimento, calunnia, favoreggiamento e complicità
e non mi viene altro in mente. Penso che bastino come capi d’accusa anche se basterebbe
l’unico violenza e minaccia a un pubblico ufficiale. Gli insegnati sono dei
pubblici ufficiali e come tali la classe politica deve sostenerli e aiutarli.
Nel mio piccolo attuerei tre piccoli accorgimenti immediati: dare
l’insufficienza in condotta e perciò vuol dire ripetere l’anno, rimettere la
regola del “signor maestro/a e signor professore/ssa e perciò niente più nomi
propri e i genitori fuori dalla soglia d’entrata della scuola e terzo far
fare lavori di utilità per la comunità. Come pulire la scuola dopo la
chiusura, pulire i parchi e le strade durante le vacanze, impedire di andare
in ferie con i genitori firmando ogni giorno sul Comune e portare la
maglietta con la scritta sono un bullo di merda. Chi non ottempera perderà
anche l’anno dopo e quelli dopo. Devono imparare la lezione e il mondo futuro
per loro sarà roseo. Le punizioni non sono severe in confronto alle
conseguenze del loro malsano gesto. I giovani che si sono suicidati ritornano
in vita? L’insegnate sfregiata ritornerà come prima? I professori picchiati
riusciranno a fare il loro dovere? La scuola riuscirà a dare al Paese quei
cittadini di cui ha bisogno? Per quanto riguarda i genitori che danno
“l’esempio” ai loro pargoletti vorrei solo dire loro che si vergognino. Un
buon padre è quello che dà l’esempio con le proprie azioni giuste. E se
questo è la loro idea di cose giuste allora si capisce perché c’è tanto
bullismo in giro. Un vecchio adagio diceva che si raccoglie quello che si
semina. Non vorrei che in futuro il “bullismo” si esercitasse in casa, tra le
mura domestiche, e poi postato sulle piattaforme web. La violenza genera
sempre la violenza è una volta innescata è difficile fermarla. Basta studiare
la storia di molte popolazioni e Paesi del mondo. Già basta studiare. Quello
che naturalmente i bulli non vogliono o non sanno fare. Meditate.
Qui
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